Giuseppe Parini: Biografia e museo – Casa Natale del Poeta
Giuseppe Parini nasce a Bosisio, in provincia di Como il 23 maggio 1729, da Angela Maria Carpani e Francesco Maria Parino, piccolo commerciante di seta.
Giuseppe studia a Milano presso i padri barnabiti; in seguito per poter usufruire di una modesta rendita lasciatagli dalla prozia alla quale era stato affidato, intraprende la strada per diventare sacerdote. Dal 1754, anno in cui prende i voti, e per alcuni anni è precettore nelle case di nobili famiglie, fino al 1762 i Serbelloni, poi gli Imbonati.
A 23 anni pubblicò un volumetto di versi, alcune poesie di Ripano Eupilino (Ripano è l’anagramma di Parino, Eupili è il nome latino del lago di Pusiano, presso Bosisio) che piacque e gli permise l’ingresso all’Accademia dei Trasformati, accolta di gentiluomini e letterati aperti alle idee del progresso. Entrò subito come precettore in casa della colta e bella duchessa Vittoria Serbelloni e vi rimase otto anni, avendo agio di conoscere a fondo la vita e il mondo della nobiltà del tempo, che satireggiò poi nella sua opera maggiore. Nel 1762 venne licenziato.
Sebbene gli fosse da poco morta la madre, al cui sostentamento aveva dovuto sempre provvedere, passò alcuni mesi di grandi strettezze economiche, dalle quali lo liberò la stampa del Mattino (marzo 1763), che lo fece diventare a un tratto celebre.
Il conte Francesco Imbonati gli affidò il figlio Carlo (per il quale scrisse poi l’ode L’educazione). Grazie al successo delle prime due parti del poemetto “Il giorno”, viene segnalato al governatore di Milano, conte Firmian: Parini ottiene così nel 1768 la direzione della “Gazzetta di Milano”; poi nel 1769 ottiene la cattedra di Eloquenza alle Scuole Palatine (che nel 1773 diventeranno ginnasio di Brera).
Altre incombenze egli ebbe dal governo austriaco, da quella di scrivere un melodramma in occasione delle nozze dell’arciduca Ferdinando con Maria Beatrice d’Este (e fu l’Ascanio in Alba, musicato da Mozart), all’incarico di scrivere gli statuti per l’Accademia di belle arti e per quella di agricoltura, fino alla carica di soprintendente alle scuole pubbliche (1791).
Nel 1796 con l’arrivo a Milano dei francesi entra a far parte per qualche tempo della municipalità democratica di Milano, tuttavia deluso dal comportamento dei rivoluzionari, e per le sue idee moderate, viene privato di ogni incarico.
Con l’esperienza maturata in casa Serbelloni, Parini aveva osservato la vita della nobiltà in tutti i suoi aspetti assorbendo e rielaborando quelle nuove idee illuministe che arrivavano dalla Francia idee che influenzeranno tutti gli scritti di questo periodo come il “Dialogo contro la nobiltà” (1757), le odi “La vita rustica” “La salubrità dell’aria” (1759) e “La impostura” (1761). Tra le sue opere più note vi è anche il “Dialogo sopra la poesia” (1761). Del 1765 sono altre due odi di ispirazione sociale “L’innesto del vaiuolo” in cui sostiene la necessità di divulgare l’uso della vaccinazione, e “Il bisogno sull’abolizione della tortura”, un’analisi che individua nella povertà l’origine della criminalità. Morì a Milano nel 1799.
La casa del poeta, posta nella parte alta del paese, vide tra le sue mura un Parini assai giovane; egli, infatti, vi visse per dieci anni, dal 1729 al 1739. Nonostante il poeta vivesse a Milano fece spesso ritorno alla sua casa natale fino al 1765. In seguito al suo trasferimento a Milano nella casa visse la sorella Laura, unica superstite dei molti fratelli di Giuseppe. La casa fu poi ereditata dai nipoti di Parini che se la tramandarono di generazione in generazione fino al 1930. In quell’anno passò al demanio. Non è facile stabilire la data di costruzione della casa. Probabilmente essa risale a due secoli prima della nascita del poeta. Per lunghi anni ci si dimenticò della casa natale di Parini, tanto che nel 1951, in seguito a gravi lesioni di un muro, la stesa rischiava il crollo per cui si procedette ad un pronto lavoro di restauro.
L’ importanza che riveste la casa va al di là della sua povertà e della sua semplicità; si tratta del luogo in cui il poeta visse i suoi primi anni, ma anche l’unico luogo in cui è possibile ricordare il poeta bosisiese. Dopo aver subito l’onta dell’oblio e il rischio del crollo, ora casa Parini rivive una nuova giovinezza, dovuta al restauro a cui si è dato inizio in occasione del bicentenario della sua morte, celebrato nel 1999.
Si è provveduto a trasformare la casa in un museo, proteso al ricordo dell’infanzia di Parini. La casa-museo è aperta al pubblico dal 1961 ed ha come fruitori soprattutto le scolaresche provenienti dalla Lombardia ed anche da altre regioni italiane.
L’edificio è costituito da due locali al piano terreno e due locali al primo piano. La scala di accesso al piano superiore e l’androne d’ingresso al piano terreno sono in comune con altre proprietà.
Nell’abitazione compaiono oggetti, seppur non originali dell’epoca, appartenuti alla vita rustica di quei tempi o di quelli immediatamente successivi; legati a quel mondo bucolico che il poeta ritrasse in maniera mirabile nelle sue opere.
Possiamo ipotizzare che il Parini bambino potesse osservare, oltre ai lavori agricoli tradizionali, l’intero processo di produzione e lavorazione della seta. Nella sua casa vi era probabilmente un telaio al quale lavoravano le sorelle o la madre e sicuramente nella loggia o nel cortile si raccoglievano periodicamente cesti di bozzoli pronti da vendere. Nella casa del padre trovavano posto, oltre agli attrezzi agricoli, anche gli strumenti di un lavoro più intellettuale: libri o registri su cui annotare nomi, prezzi e di certo anche i preziosissimi tessuti di seta destinati al mercato cittadino.
Il “Museo” prende in considerazione il decennio che forse ha impresso nel Parini il sentimento più vigoroso della sua forza civile e le impressioni più cristalline della sua lirica. Il tema centrale è quindi l’osservazione che in quei primi dieci anni il piccolo Giuseppe poteva sviluppare attorno a sé. L’allestimento proposto, arricchito da pannelli illustrati, mostra e racconta al visitatore i diversi aspetti della vita vissuta da Parini bambino, nell’intento di ravvivare i valori, gli oggetti e paesaggi.
Attraverso la storia, le tradizioni, i costumi, e gli eventi straordinari è stato possibile ricostruire quel mondo, ma la verifica di quanto vedeva ed imparava dall’ambiente il Parini bambino sarà nelle corrispondenze degli scritti del poeta.